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lunedì 21 ottobre 2013

Pane e Cioccolata

Oggi mi piacerebbe andare a scavare un problema molto sentito da tutti: i flussi migratori.


L'uomo, come molti animali, è portato per sua natura a cercare condizioni di vita più favorevoli pertanto è predisposto a muoversi alla ricerca di situazioni migliori. Questo atteggiamento ha un origine antica che risale ai nostri avi, quando le tribù erano prevalentemente nomade e cercavano nuove terre vergini dove poter cacciare e far sopravvivere i componenti del proprio clan.

Oggi la situazione presente è molto diversa, siamo divisi in nazioni e in popoli con lingue e culture spesso diverse poco predisposti ad abbandonare il nostro modo di fare per abbracciarne un altro. Questo è la colonna portante di tutto il problema che riguarda questo delicato tema.

Nel caso particolare dell'Italia, siamo stati sempre un paese di emigranti che affamati e con poco lavoro in patria, cercavano fortuna fuori nei paesi del nord europa o nella tanto agognata America! Solo dopo la seconda guerra mondiale, grazie al famigerato boom economico siamo diventati un paese ambito e abbiamo iniziato a conoscere l'immigrazione. In quanto giovani in questa nuova realtà, non siamo stati capaci negli anni di attivare delle politiche specifiche e subiamo spesso lo schiaffo di errori dovuti all'inesperienza.

Come nel film del grande Nino Manfredi, a cui ho preso in prestito il titolo del post di oggi, il motivo che spinge ogni essere umano a cercare fortuna altrove è la possibilità di una vita più agiata e una condizione economica migliore di quella di partenza. Quello che viene solitamente dimenticato però è il legame ancestrale che lega ogni essere umano alla terra di origine: un filo stretto e diretto che ci fa sentire "a casa" solo in un posto specifico ( proprio quello in cui abbiamo visto la luce). Ma cosa c' è di vero in questa affermazione? siamo in un mondo globalizzato in cui culture e costumi sono miscelati insieme, dove come spesso si dice, la grandezza di una nazione è la capacità di integrare modi di fare e di essere diversi, eppure una forza sconosciuta è pronta a bussare al nostro cuore per ricordarci che veniamo da un luogo specifico. Come se il posto dove siamo nati è il luogo migliore per noi per poter affermare noi stessi, per riuscire a completare il nostro destino.
Partiamo dal fatto che un buon 50% delle persone che scelgono di andare via dalla propria terra sono spinte da un unico motivo: FUGA! Certo non aspettatevi che lo ammetteranno mai, è impossibile che capiscono questo aspetto e che vedano il vero motivo che li spinge a voler cambiare aria. I problemi in famiglia sono spesso l'unica forza trainante che riesce ad accendere questo desiderio: l'incapacità di comunicazione con mamma e papà porta i figli a non accettare il dolore causato da questi rapporti conflittuali; mettere diversi centinaia ( o spesso migliaia ) di km fra queste figure imbarazzanti e opprimenti è sicuramente una soluzione radicale e veloce. La situazione dei figli è emblematica per questo la prendo come esempio, ma il discorso chiaramente vale in generale. Come affermava Jung, l'inconscio se non portato a galla condizionerà la nostra vita tanto che alla fine  parleremo di destino..
Poi nel restante 50% abbiamo persone spinte dal desiderio di conoscere nuove culture e nuovi costumi, persone veramente in cerca di condizioni di vita migliori ( prendiamo i paesi colpiti dalle varie "primavere arabe"); queste completano il cerchio, ma ognuno di noi in cuor suo non potrà mai negare questo sentimento latente, questo legame irrazionale con "CASA".
Per fare un esempio chiarificatore possiamo pensare al corpo umano: se una cellula dello stomaco vuole improvvisamente mettersi a fare il neurone ci sarà qualche problemino di fondo..per carità potrebbe addirittura imparare il nuovo lavoro, ma non potrà mai essere un neurone!

Chiaro che al momento attuale però è necessario prendere dei provvedimenti per la situazione presente, in modo da ridurre il più possibile quanto successo a Lampedusa, ma soprattutto eliminare l'ipocrisia di fondo che i nostri governanti hanno mostrato in questa occasione! la loro totale incapacità di prendere decisioni sensate crea la situazione presente e complica di molto l'operazione di integrazione necessaria per arrivare davvero ad essere un UMANITA' ( oggi non lo siamo assolutamente!).
Dobbiamo sicuramente fare uno sforzo intellettuale e superare i limiti concettuali nei quali viviamo; continuare ancora oggi a contrapporre idee definite di sinistra e di destra è anacronistico oltre che profondamente stupido. Accogliere l'extracomunitario dividendo quanto abbiamo noi con lui è di sinistra, mentre cacciarlo preservando la nostra identità è di destra ( roba da 100 anni fa!). E'assolutamente evidente la necessità di superare queste idiozie riuscendo a pensare a nuove forme di comunità.
Il punto nodale è creare poche regole ma chiare e inequivocabili in modo da non poter essere fraintesi; è ovvio che ogni comunità può accogliere nuovi soggetti solo se ha possibilità di farli vivere in maniera dignitosa all'interno. Per cui dare ospitalità a tutti è decisamente impossibile e i vari personaggi che oggi continuano ad affermare queste falsità sono veri e propri demagoghi! pertanto la clandestinità non può essere accettata o ancora peggio favorita, altrimenti i problemi attuali saranno solo amplificati nell'immediato futuro.
Se oggi l'Italia abolisse il reato di clandestinità, il messaggio che passerebbe nei paesi più poveri è di apertura verso l'immigrazione e il numero di persone che tenterebbero di approdare nel nostro paese crescerebbe esponenzialmente ( con i flussi attuali Lampedusa è già al collasso); pertanto barconi quanto meno fatiscenti rischierebbero il viaggio verso la falsa terra promessa...il rischio di rivedere su scala maggiore quanto successo qualche giorno fa è altissimo.
Inoltre siamo in una situazione quanto meno grottesca perché l'Italia è tutto tranne che la terra promessa e oggi torna ad essere attuale la necessità di andar via dal "bel paese" come il nostro caro Manfredi che cercava fortuna in Svizzera!
Altra regola sulla quale difficilmente si può obiettare è lo sforzo che deve fare l'immigrato per integrarsi con la comunità di approdo: se invito qualcuno a cena a casa, gli faremo mangiare quello che normalmente cuciniamo. Nello stesso modo la lingua del paese ospitante deve essere imparata altrimenti il nuovo cittadino è escluso dalla vita pubblica ( un ottimo esempio su questo è l'Australia dove chi decide di andare a vivere li, deve imparare l'inglese ad un buon livello e superare un esame altrimenti verrà rimpatriato).
Insomma questi sono solo esempi ma è chiaro che lo sforzo maggiore pesa su chi decide di abbandonare la propria terra; non si può pretendere il contrario.


Oggi esistono difficoltà enormi dovute al fatto che l'uomo post moderno è ancora legato alla sua vita di CLAN di appartenenza e non ha nessuna intenzione di abbandonare questo arcaico modo di pensare.
Ci sentiamo ancora divisi da lingue e religioni e crediamo che adorare una bandiera colorata sia fondamentale! Lo sforzo pertanto sarà globale se vogliamo mettere le basi per questa tanto agognata UMANITA': dobbiamo sforzarci di abbandonare i modi di pensare della nostra famiglia e dei nostri avi e abbracciare idee nuove e rivoluzionarie!!

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